Legenda

Introduzione

Il seguente articolo presenta un'analisi completa e il più oggettiva possibile della campagna elettorale da rappresentante e del successivo incarico come rappresentante d’istituto presso il Liceo Scientifico G. Ulivi per l’a.s. 2024/2025.

Il tentativo sarà quello di fornire dati e fatti oggettivi, che non risultino in alcun modo in una auto celebrazione senz’altro non meritata, ma in uno studio dei successi e degli insuccessi riscontrati quest’anno, in modo che possano fungere da spunto per idee futuro di certo più efficaci.

Parte 1 - La campagna

Identità

La cosa che più mi è stata detta prima dell’inizio della campagna è “Se non hai in squadra una bella/o ragazza/o o qualcuno di popolare non ti guarderà nessuno”.

Era vero? In parte…

La questione non è tanto che la gente vota solo i più belli, altrimenti mai e poi mai avremmo vinto. Il fatto è che bisogna partire da due presupposti prima di strutturare una campagna:

  1. Nessuno ti conosce, e anche se sei “popolare”... ricordati che non ci sono solo i tuoi amici del tuo anno a votare…
  2. La gente spesso vota “i più belli” non perché la bellezza sia tutto nel voto, ma semplicemente perché sono gli unici di cui si ricordano

Tutta la nostra campagna è stata allora basata su una scommessa: se si ricordano (bene) di te, magari ti votano. Non si parla di maschilismo, ma per lo più di innocente ignoranza da parte degli studenti più piccoli, che inevitabilmente tendono a ricordare e quindi votare più facilmente la persona dal bel faccino piuttosto che quelli che propongono cose sensate (indipendentemente dal sesso di cui si parla). E a quanto pare questo ragionamento ha funzionato…

Proprio per questo motivo ritengo che il primo elemento importante di una buona campagna elettorale sia l’identità della lista.

Identità può voler dire tante cose:

📊 Identità visiva

Un colore, elementi ricorrenti, uno stile estetico… tutto è identità visiva e brand. Dobbiamo ricordarci sempre che le persone i libri li giudicano eccome dalle copertine… figuriamoci le liste!

Ecco l'esempio della nostra brand guideline:

Potete osservare la messa in pratica di questa estetica sul profilo Instagram della lista, presente a questo link.

L’obiettivo era proprio quello di risultare sempre riconoscibili dal punto di vista visivo, che ogni volta qualcuno vedesse un nostro contenuto e pensasse subito a noi.

📣 La voce

La parte estetica però non bastava. Per risultare coerenti e memorabili anche il nostro modo di esprimerci, sui social e dal vivo, doveva essere il medesimo.

Il tone of voice non è solo un modo semplice per farsi riconoscere, ma la prima impressione che un potenziale elettore potrebbe avere di te. Da subito, quindi, abbiamo cercato di avere un “tono” anticonvenzionale e diverso rispetto alle modalità tradizionali.

L’idea era: se comunichiamo in maniera diversa rispetto a quelli degli anni passati, allora siamo diversi in tutto rispetto a loro.

🎡 Anticonvenzionali

Questo “comunichiamo in maniera diversa” si è riversato in qualsiasi scelta della campagna, e ritengo abbia funzionato meglio di ogni altra cosa.

Su 9 liste era impensabile di competere con gli altri sullo stesso campo di battaglia, e rompere in maniera secca e totale gli schemi ha permesso di farci notare, oltre che a mostrarci come qualcosa di nuovo e diverso dalle solite modalità che si mostravano di fatto deludenti.

Ecco una lista di tutte le cose anticonvenzionali che abbiamo fatto in campagna:

Obiettivi

Una lista senza un obiettivo è uguale alle altre, ma con persone diverse

Attenzione, per obiettivo non intendiamo la vittoria, ma l’esatto motivo per cui gli altri dovrebbero votare proprio la propria lista.

Avere un obiettivo, che sia “rendere l’anno scolastico più leggero” o “valorizzare di più il tempo degli studenti”, permette ad una lista di sapere meglio come muoversi, e agli studenti di capire meglio i suoi valori.

In particolare gli obiettivi attorno ai quali orbitava la nostra lista erano 2:

Ci siamo riusciti? Ovviamente non spetta a me dirlo, ma posso assicurare di aver fatto il massimo per provarci. Ne avrete la prova nei capitoli successivi.

Social

Una cosa che gli anni scorsi anni mi aveva sempre dato i nervi era la povertà di originalità e contenuto sui canali social delle liste.

Tutti profili praticamente vuoti, con gli screenshot delle presentazioni Power Point e qualche sporadica storia se si ricordavano di farla.

I social media sono sempre stati messi da parte nelle campagne, per soffermarsi di più in una satura sfida offline tra sticker, volantini e poster, spesso vandalizzati o ignorati.

Così, nella strategia della campagna, abbiamo deciso di prenderci con impegno e forza il monopolio totale dei social, strutturando Instagram in una maniera il più completa ed esaustiva possibile.

I motivi sono molteplici:

Strutturare bene una pagina Instagram è significato dedicare tempo e spazio ad ogni singola proposta, alternandole con contenuti divertenti che attirassero l’attenzione e tanto altro.

Ad esempio, modificare copertine di album musicali che andavano tra gli studenti più piccoli ci ha permesso di avvicinarci di più a loro, e attirare l’attenzione di un’età spesso disinteressata dalla "politica scolastica".

Strategia offline

Per questi motivi, la scelta strategica è stata quella di abbandonare completamente la promozione offline, anche per questioni di tempo.

Probabilmente se fossimo stati in più avremmo potuto pensare ad ulteriori idee per promuoversi nei corridoi, dal momento che comunque, soprattutto gli studenti più piccoli, non si interessano dei profili social o in generale delle campagne elettorali.

Devo tuttavia sottolineare il fatto che siamo riusciti ad avere la fortuna di creare un piccolo team di 10 persone non candidate ma attive, che ci hanno dato una grossa mano nel portare avanti la campagna, promuoverci e farci notare come potessimo migliorare le nostre proposte, in vista della campagna vera e propria. Abbiamo cercato di distribuire bene i ruoli tra tutti, ricevendo una mano in numerosi e differenti aspetti.

💡 IDEAS FOR FREE:

Presentazione

Il momento più importante in assoluto è stato il dibattito-presentazione dal vivo.

Prima di allora ti conoscono solo i tuoi amici e quelli più interessati all’argomento, i pochi che si sono già informati. Basta. Un enorme bacino è ancora ignaro di chi tu sia e di cosa tu voglia fare o non fare.

Ogni mossa, ogni parola, ogni movimento o reazione è il tuo biglietto da visita per dei ragazzi e ragazze che, con grande probabilità, decideranno cosa pensare di te in quel breve lasso di tempo.

Risultare anonimi, atteggiarsi da maleducati o dire cose che non piacciono agli elettori (tutte cose successe durante le presentazioni, le vedremo dopo senza nomi) sono elementi distruttivi per l’immagine della lista.

Per questo motivo la nostra presentazione è stata studiata a tavolino per risultare impattante, efficace e semplice da digerire per i potenziali elettori:

Come mi ero preparato

Ho iniziato a lavorare alla campagna a giugno 2024, ma il tutto ha preso una forma concreta solo ad agosto, dopo tanti brainstorming e cambi di strategia.

Nella preparazione della campagna, molto più per passione che per mera tattica, ho studiato molto il marketing politico e quello che succedeva nelle elezioni americane e non. Sicuramente il fatto di avere tantissime elezioni in corso per quell’anno mi ha aiutato molto nella motivazione e nel trovare idee utili.

Alcune delle mie fonti di apprendimento in termini di campagna politica sono state:

… e tantissimi altri articoli e video trattanti l’argomento.

Ho inoltre cercato di informarmi in ambito di:



Parte 2 - azione

Assemblee

Inutile dire che le assemblee siano la parte più importante in assoluto del ruolo del rappresentante. Non perché lo pensi io o i docenti, ma perché a livello formale e ufficiale quello tecnicamente dovrebbe essere l’unico vero compito dei rappresentanti d’istituto.

Le problematiche relative alle assemblee sono pressoché 3: trovare idee che funzionino, tenere alte affluenze e avere una buona organizzazione durante. Ecco alcuni spunti ed alcune cose che abbiamo imparato quest’anno in merito.

Trovare idee (programmazione)

In primis abbiamo cercato di partire da un’idea generale, un filo connettore a cui legare singole attività. Penso infatti possa essere dannoso o comunque controproducente realizzare assemblee senza tema e con argomenti multipli, di fatto rendendole comunicativamente inefficaci e complesse da spiegare.

È stato inoltre fondamentale partire più dai contatti che avevamo più che da idee di attività. È infatti molto più semplice decidere di cosa far parlare qualcuno di interessante e capace che si conosce, piuttosto che cercare disperatamente qualcuno che parli di una valida idea venuta in mente.

La seconda fase dell’organizzazione prevede poi il contatto delle persone coinvolte, spesso via email e in maniera più dettagliata possibile. Tenere traccia di tutto (chi risponde, cosa dice, alternative, richieste, mancata risposta di una casella mail) è stato fondamentale per non ridursi all’ultimo e per rendersi conto degli spazi occupati.

Tenere alte affluenze

L’affluenza credo sia il più grande problema della situazione odierna, dal momento che la media di quest’anno si è attestata attorno al 35%.

Di certo è molto più importante la soddisfazione delle persone presenti che il loro numero, ma è anche vero che organizzare con grande fatica un’assemblea e vedere che solo un terzo di tutti gli studenti ha deciso di presentarsi è qualcosa che non fa troppo piacere.

È sicuramente in primis un problema che non ci riguarda, dal momento che in molti nemmeno si informano sulle attività presenti all’assemblea, ma semplicemente la vedono come il momento perfetto per rimanere a casa. Allo stesso tempo probabilmente ci saremmo dovuti concentrare di più sull’aspetto comunicativo, per “vendere” al meglio l’assemblea e convincere più persone possibili della sua efficacia, anche attraverso video promozionali e una comunicazione più serrata.

Una cosa che ho notato è sicuramente l’efficacia di una maggiore quantità di attività, che attira l’attenzione di studenti con diversi interessi. Inoltre la presenza di una attività “di punta”, che quindi faccia anche discutere gli studenti a riguardo, permette un’attenzione maggiore da parte della scuola, e quindi una potenziale affluenza superiore in termini di numeri.

Una cosa però è certa: le prenotazioni non dicono nulla di come andrà, quindi è assolutamente sbagliato farsi pare sull’andamento di un’assemblea prima che avvenga veramente.

Organizzazione durante l'assemblea

Se si è lavorato bene e in maniera organizzata, il giorno dell’assemblea è meno impegnativo dal punto di vista organizzativo. Altrimenti… è un disastro.

Sicuramente gli imprevisti esistono e vanno affrontati al meglio, ma la pianificazione di numerosi piani B ha permesso, almeno nel nostro caso, di attenuarli il più possibile.

La difficoltà maggiore durante l’assemblea è la gestione di spazi, studenti e ospiti contemporaneamente. Bisogna infatti considerare che gli ospiti arriveranno sempre spaesati e inconsapevoli di dove debbano andare, mentre la maggior parte degli studenti non si prenota nei giorni precedenti alle attività, dovendo quindi essere smistata negli spazi più liberi.

A smistare gli studenti spesso erano i sorveglianti, ragazzi spesso chiamati da noi per girare nei corridoi e controllare che andasse tutto a posto. In merito a questo il problema è spesso stato di disorganizzazione, specialmente in caso di “assunzioni” all’ultimo di sorveglianti amici, che di fatto sovraffollavano il gruppo, risultavano inutili e a volte anche disturbanti. Sicuramente per gli anni prossimi suggerirei di gestire meglio il tutto, in maniera più fiscale ed efficace.

Quest’anno, ad esempio, per evitare l’assembramento di persone nell’atrio che inconsce di quali fossero le loro aule, ho pensato di realizzare una mappa semplificata della scuola, da mandare nei gruppi la mattina stessa per rendere tutti più organizzati a riguardo. Ecco l’esempio dell’assemblea di marzo:

Quali assemblee abbiamo realizzato

Novembre - innovazione, futuro e 25 novembre

Affluenza: 52.9%

È stata in assoluto la prima assemblea a cui mettevo mano nella mia vita, e con il poco tempo a disposizione ammetto che non sia stata semplice.

Sicuramente avere due cavalli di battaglia come Dallara e Chiesi ha attirato persone, ma dovevamo ancora prenderci la mano per organizzare più attività possibili come abbiamo fatto nelle fasi successive, mentre in questo caso numerosi eventi erano organizzati da docenti o studenti, anche in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne.

Io stesso la mattina ho gestito per poco gli ingressi e poi mi sono dedicato a tenere una presentazione in un’aula.

Dicembre - orientamento/ludica

Affluenza: 50.4%

L’assemblea di orientamento universitario è l’assemblea più importante e partecipata dell’anno, e per questo la più complessa da mettere in piedi.

Rispetto agli anni precedenti, in cui verso primavera per soli due turni venivano invitati professori universitari ad alternarsi a raffica e ripetendo le stesse presentazioni degli Open Day, abbiamo deciso di stravolgere le cose.

I turni sono diventati 3 da un’ora, ognuno focalizzato su un singolo corso, per permettere a tutti di vederne il più possibile (gli anni prima si vedeva la presentazione dell’intero dipartimento, di fatto vedendo anche corsi che non interessavano). Inoltre abbiamo contattato solamente studenti (spesso ex studenti della scuola), che hanno portato la loro esperienza, consigli ed elementi del tutto nuovi rispetto agli Open Day.

Inoltre, il fatto di proporre per il biennio un’assemblea più ludica e di non mettere il paletto delle prenotazioni a questo giro - entrambe idee proposte dalla vicepresidenza - è stato d’aiuto.

Gennaio - comunicazione

Affluenza: 31.8%

L’assemblea di gennaio nasce da una domanda: sappiamo davvero ascoltare? Possiamo imparare a confrontarci con gli altri senza pregiudizi?

L’idea si è sviluppata, durante gli incontri, nella ricerca della comunicazione in diversi aspetti della nostra vita e società, in primis nel dibattito con idee che non sono necessariamente le nostre.

Tra le attività, quindi, abbiamo spaziato tra giornalismo, scrittura, e tanto altro, ma soprattutto siamo riusciti ad organizzare un dibattito tra un prete e un ateo, oltre che un’attività che permetteva agli studenti di ascoltare e poi confutare le teorie di un negazionista, e che in principio sarebbe dovuta essere un dibattito tra lui e uno scienziato.

Con l’avvicinarsi dell’evento sono subentrati alcuni problemi discussi con il collegio docenti, relativi al giorno dell’assemblea - vicino alla fine del primo quadrimestre, ma comunicata già da tempo - e l’invito del negazionista, per il timore che potesse “convincere qualcuno”. Dopo però aver mostrato le opportune argomentazioni e smentito le preoccupazioni, tutto è andato per il verso giusto.

Febbraio - volontariato

Affluenza: 39%

Da anni presso il nostro istituto si è sempre svolta l’Assemblea sul volontariato, ma quest’anno abbiamo deciso di cambiare un po’ la modalità.

Siamo infatti partiti dall’idea che il volontariato non possa essere trasmesso a pieno solo tramite presentazioni e semplici attività a scuola. Abbiamo quindi deciso di, come si suol dire, “fare mettere le mani in pasta” agli studenti, mandandoli a svolgere in prima persona attività di volontariato, per scoprirne il valore e l’importanza.

L’affluenza non è stata tra le più alte, e le attività in sede per chi non si era prenotato all’esterno erano troppe poche rispetto alle persone presenti. Il problema non è stato eccessivo e siamo riusciti più o meno a cavarcela, ma sicuramente sarebbe potuta andare meglio.

Marzo - cittadinanza

Affluenza: 39.8%

Era l’assemblea che temevo di più tra tutte, per il tema più “noioso” e poco accattivante. Scoprire a fine mattinata che l’affluenza era parecchio più alta rispetto alle mie bassissime aspettative è stato un gran sollievo, ma sicuramente il tema va rivisto.

Ritengo infatti sia importantissimo educare in un contesto del genere a temi come l’economia, la politica e altri aspetti rilevanti, ma probabilmente una comunicazione migliore dell’evento e la ricerca di attività più accattivanti avrebbe aiutato. Complice sicuramente è stata la stanchezza dell’avere da organizzare la quinta assemblea dell’anno.

Aprile - Giornata della Terra

Affluenza: 42%

In questo caso la partecipazione da parte nostra è stata di secondo piano e decisamente minore rispetto alle altre, dal momento che erano altri a pensare ad attività ed eventi.

Il nostro ruolo è stato per lo più legato alla sorveglianza e alla promozione dell’evento, e da parte mia anche l’organizzazione del concerto che, per maltempo, è saltato assieme a tutte le attività all’aperto previste per quel giorno.

Maggio - sportiva

Infine si arriva all’assemblea di maggio, per la quale ho ricevuto - ad ora che sto scrivendo - l’approvazione solo due giorni fa dalla preside.

Tuttavia, a causa di una mancata comunicazione di tale data tra i professori, avendola conosciuta solo a fine aprile hanno iniziato a sollevare lamentele per il timore che potesse creare problemi didattici. Ad ogni modo la nostra totale innocenza in tale ambito, i vari motivi per cui non si sarebbe potuto fare altrimenti e il fatto di aver preso l’impegno con l’altra scuola ci ha permesso di organizzarla comunque.

(Questa parte è stata scritta prima che venisse messa in pratica o ci fossero novità. Alla fine è andata molto bene e siamo riusciti a farla)

Organizzazione

Feste

Le feste risultano probabilmente l’aspetto, a mio parere, più morboso e “tossico” del ruolo dei rappresentanti. Vi svelo un segreto: se i rappresentanti vogliono farvi fare le feste è per guadagnare soldi. Punto. Shhhhh.

Certo, la maggior parte dei miei colleghi sarà in disaccordo con questo, e probabilmente sono anche io influenzato dalla mia parziale distanza da questo mondo. Allo stesso tempo la mia percezione a riguardo è quasi uno, per così dire, sfruttamento della figura dei rappresentanti da parte dei gestori delle discoteche, che di fatto risultano avere un potere assoluto sulla scelta dei costi e degli eventi serali.

Il fatto è che da studenti e candidati ad inizio anno sembra trasparire un voler dare una maggiore importanza alle feste - che di fatto sono normali serate che i rappresentanti d’istituto si ritrovano a sponsorizzare in cambio di percentuali minime - piuttosto che a tutto il resto. A causa di questo ci si sente obbligati ad accettare la partecipazione a queste feste per rimanerne fuori rispetto alle altre scuole, diventando PR per le discoteche per portare qualche soldo - se va bene e se si rimane onesti - nelle tasche dell’istituto.

Se infatti osserviamo i guadagni ottenuti quest’anno, solitamente abbiamo ottenuto circa 1 euro e 50 per ogni ingresso da noi portato. Nulla contro il divertimento in discoteca e con le persone che ne usufruiscono, semplicemente mi viene da “denunciare” quello che ritengo sia un sistema che sfrutta l’inesperienza dei rappresentanti e la loro incapacità di porvisi contro.

Abbigliamento

Riguardo all’abbigliamento abbiamo deciso di rivolgerci ad un negozio di vestiti locato a Parma, che da anni produce vestiari scolastici di qualità e con professionalità.

La raccolta dei soldi, i tempi di produzione e i processi di distribuzione sono stati entro i limiti di tempo previsti, il che ci ha permesso di distribuire il primo round a febbraio e di arrivare ad una seconda distribuzione, mentre gli anni precedenti si era arrivati ad un solo round, distribuito l’ultima settimana di scuola.

Le problematiche riscontrate, invece, sono state le seguenti:

1. La grafica, non da tutti apprezzata

Bisogna prima specificare che inizialmente non dovevamo chiedere a questa azienda, ma seguire la proposta di uno di noi quattro rappresentanti. Tuttavia, vista una discussione interna, abbiamo deciso di muoverci diversamente. Siamo così stati costretti ad organizzare tutto in pochissimo tempo, rompendo il solito schema sui sondaggi della grafica tra gli studenti (che rallentano i tempi e spesso risultano dannosi). Il problema maggiore che riscontriamo è che l’Ulivi, a differenza delle altre scuole, non ha veri e propri simboli/elementi da cui si può partire per grafiche sempre apprezzate, e la nostra idea di portare il concetto di farfalla-atomo non è piaciuta a tutti. Allo stesso tempo bisogna considerare che mai un vestiario piace a tutti quanti, e semplicemente quest’anno era facile lamentarsi perché era stata scelta da poche persone e non da tutti quanti gli studenti (che spesso votano scherzosamente). Sono gusti personali, e non avendo i dati delle vendite degli anni scorsi non posso dire se sia stato apprezzato di più o di meno.

2. Il costo

Sarò breve: gli anni precedenti i costi erano leggermente più bassi (si parla di qualche euro in meno) per una netta differenza di qualità, il che giustificava il fatto che gli anni scorsi i rappresentanti guadagnassero dal vestiario con prezzi anche più bassi, mentre noi non abbiamo fatto nessun ricarico. Insomma, gli anni scorsi gli studenti pagavano di meno in termini economici ma perdevano molto in qualità, servizio e tempistiche. Se quest’anno tutte le scuole di Parma hanno fatto una scelta come la nostra, un motivo ci sarà…

Annuari

La questione degli annuari è stata particolarmente delicata e complessa da gestire.

Apprezzando la proposta fatta da alcune altre liste in campagna elettorale, abbiamo convenuto potesse essere una buona idea realizzare l’annuario internamente, proprio dai ragazzi che l’avevano proposto.

I vantaggi sembravano numerosi, tra organizzazione nettamente migliore, rapidità del servizio, qualità e soprattutto prezzi più bassi (il che si è rivelato una previsione sbagliata).

Nonostante le buone premesse, però, la poca trasparenza dei responsabili e una mancanza di richieste a riguardo da parte nostra, ha causato all’ultimo discussioni sulla gestione economica e su eventuali guadagni da parte loro.

Io, comunque sostenendo che un grosso lavoro commissionato da noi (del tutto diverso dal venire eletti come rappresentanti) meritasse un minimo di rimborso spese, ma fidandomi e lasciando fare - io come gli altri - abbiamo lasciato che “allargassero parecchio la manica”.

Alla fine tutto è stato fatto e al fondo d’istituto è andata una larga fetta dei guadagni, ma sicuramente avremmo dovuto gestirla molto meglio. Sicuramente stipulare accordi scritti e precisi da subito sarà una cosa che d’ora in poi farò categoricamente.

Altre proposte

In generale la mole di persone a cui io abbia dovuto dire di no è impressionante, il che fa riflettere su quanto le aziende e i promotori sfruttino l’inesperienza dei rappresentanti per fare guadagni. Ecco alcuni dati a riguardo:

Nella versione originale li elencavo tutti senza fare nomi... più tante altre cose varie che ho censurato ma che meriterebbero. Sei interessato? Se mi scrivi ti dico quello che vuoi:).

Il programma elettorale: come lo abbiamo seguito

Ecco punto per punto ogni elemento presente nel programma elettorale e come abbiamo cercato di perseguirlo:

Ed ecco invece altre idee che durante l’anno siamo riusciti a sviluppare e realizzare:

Quante ore ho passato fuori aula

Ci tengo a condividere inoltre, con totale trasparenza, il quantitativo di ore che quest’anno ho passato fuori aula per mansioni legate al ruolo di rappresentante.

Ho cercato al massimo delle mie possibilità di saltare il minore quantitativo di ore possibili, cercando di delegare il più possibile i lavori alla mattina e dedicarmi al ruolo nei pomeriggi (è molto più facile trovare gente che voglia saltare ore la mattina, piuttosto che qualcuno che compia commissioni nel proprio tempo libero), oppure svolgendo tutto durante gli intervalli e all’uscita. Non posso dire, tuttavia, di esserci riuscito quanto spererei di aver fatto…

Ecco le ore saltate:

🔴 = colpa mia (o quasi) 🟢 = motivi esterni a me 🔵 = eventi istituzionali

Totale ore saltate in un anno da rappresentante: 15h e 55 min

La riforma elettorale che ho proposto

Questa parte prevederebbe la spiegazione di una riforma elettorale che ho ideato in base alle vere esigenze di questo ruolo, basate sulla mia esperienza diretta. Ne sareste interessati? Dovrei condividerla, magari in un altro articolo?

Vi lascio un form per farmelo sapere, magari facendomi in generale sapere cosa ne pensate dell'articolo e della mia esperienza.

Mi farebbe molto piacere se lo compilaste. Ci mettete 1 minuto e potete rendermi il giorno decisamente migliore, a prescindere da quello che scrivete. Grazie.

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